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Abbattere i lupi non risolve il problema


Nell’apprendere che la Conferenza Stato-Regioni del nostro Paese ha approvato in questi giorni il “Piano per la conservazione del lupo” prevedendone l’abbattimento controllato, intendo esporre la mia modesta opinione sull’argomento.

Sull’esistenza del lupo, è noto, sì sono venute a creare in questi anni, in Italia, due correnti di pensiero marcatamente opposte e ben delineate, tanto da sembrare inconciliabili: chi lo ama e lo vorrebbe addirittura “abbracciare” e chi lo ammazzerebbe solo perché esiste.
Il vero problema è, in verità, che il lupo continua ad essere un animale completamente sconosciuto alla maggior parte delle persone.
E’ ovvio che chi ne subisce i danni causati dalle sue predazioni si schieri dalla parte di chi lo vorrebbe ammazzare senza pensarci troppo, mentre chi abita in appartamento di città, si batta affinché il lupo si moltiplichi poiché, nessuno come questo animale, è capace di ispirare all’uomo moderno quel senso di evasione di cui sente sempre più il bisogno.

Sarebbe però importante che sia i “nemici” che gli “amici” del lupo imparassero a conoscerlo un po’ meglio. Un branco di lupi non ha mai così tanto interesse a predare il bestiame come si potrebbe immaginare, anzi, cibarsi di bestiame allevato in cattività lo rende nettamente inferiore e meno competitivo nei confronti di altri branchi che invece riescono a cibarsi di ungulati selvatici, tanto da rendere i suoi membri sempre più deboli e presto vittime di questa loro degenerazione specifica.

Il lupo preda le pecore, le capre, i vitelli, i puledri, i cani, etc.. solo quando si trova un po’ in “disgrazia”, non è più in grado di cacciare il selvatico e, per sopravvivere, deve orientarsi su ciò che risulta meno laborioso (anche se a volte più rischioso per la sua incolumità). E non credo proprio che la scelta di “sparare”al lupo in battute di caccia organizzate, possa ridurre il problema agli allevatori.

In territori come l’Asia centrale, la Mongolia, il Caucaso, l’Anatolia e alcune zone dell’Est Europeo che conosco molto bene da decine di anni, per motivi di studio proprio su questo predatore, l’uccisione del lupo è una pratica possibile da sempre e che viene attuata, tutt’oggi, per una “più o meno” lecita speculazione economica (turismo venatorio, trofei, pelli, etc..).

Sono convinto che abbattere i lupi sulle nostre montagne non risolve il problema delle predazioni al bestiame, anzi, potrebbe addirittura peggiorarlo! Sottoscrivo la dichiarazione del dottor Salsotto che evidenzia l’inutilità dell’abbattimento selettivo in quanto all’uccisione di un esemplare segue, in tempi brevissimi, la ricreazione del branco. I francesi hanno attuato prima di noi questa misura con risultati prossimi allo zero.

La vera ed unica soluzione proponibile per una buona convivenza fra il predatore selvatico e gli allevatori di bestiame può solo essere il corretto utilizzo di cani anti-lupo appositamente selezionati, provvedimento che, fino ad ora, in Europa non è ancora mai stato affrontato con il dovuto approfondimento. Serve a poco mettere cuccioli a caso di una qualsiasi razza di cani pubblicizzati come idonei alla difesa dai lupi, per risolvere il problema serve approfondire molto di più l’argomento.

Torno a quanto visto ed appreso dai pastori dell’Asia centrale: se fosse stata sufficiente la caccia oggi assisteremmo ad un popolo di allevatori capaci di lavorare senza l’ausilio dei cani. Invece tutti i pastori di quei territori ne tengono come minimo 4/5 per gregge, animali anti-lupo selezionati nei secoli e che, nei fatti, si sono dimostrati i più efficaci al mondo nella difesa dai predatori.
Questi sono l’unico modo per la possibile convivenza in grado di garantire, in primis, la difesa delle greggi e delle mandrie senza le quali la già fragile economia montana scomparirebbe, con conseguenze devastanti sul piano economico, sociale ed ambientale.

Sull’utilizzo dei cani anti-lupo il 25 e 26 febbraio si terrà ad Ostana un convegno promosso dall’Uncem e dal comune proprio sull’utilizzo del cane antilupo a difesa delle greggi e delle mandrie.

Ezio Maria Romano
Responsabile CISCAL (Centro Italiano Selezione Cani Anti Lupo)