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Ciliegie, storia e leggende di gusto appassionato


Conosciute fin dall’antichità classica, le ciliegie facevano parte dell’alimentazione umana da millenni, oggetto di disputa tra romani e greci. I primi affermano che è stato Licinio Lucullo, luogotenente di Silla, a portare a Roma, dal Ponto, sul Mar Nero, questo pregevole frutto, mentre per i greci, il merito va ad Alessandro Magno che aveva fatto conoscere per primo le saporite ciliege di Mileto, in Asia Minore. Questo dolce frutto rosso, che, secondo la tradizione cristiana, con il suo colore ricorda il sangue del Messia, è stato ed è tuttora apprezzato nelle mense di tutto il mondo.
CULTIVAR. Diverse le cultivar divise tra “tenerine” (Moretta di Cesena, Ferrovia e Bigarreaux) e “dure” (Durone nere di Vignola, della Marca e dell’Anella). Una zona particolarmente vocata a questa coltivazione, è la collina attorno a Pecetto nel torinese, dove sono di casa i duroni che qui portano il nome di “graffioni” .
Ci sono anche le ciliegie selvatiche, con il frutto di polpa tenera e leggermente asprigna, in Langa chiamate “vissule”. Erano queste le sole ciliegie che noi ragazzi d’allora potevamo mangiare a piacere, in quanto non erano oggetto di compravendita.
MARASCHINO. In Langa dominava la qualità “Bianchera”, la nostra durona. Simile alla “vissula”, è la “marasca”, da cui si ottiene, per distillazione il maraschino, famoso liquore creato dalla famiglia Luxardo di Zara, a partire dagli anni Trenta fino a quando l’Istria, dopo il ’45, tornò alla Jugoslavia. Bottiglie ormai vuote di questo liquore le avevamo anche noi in cantina: erano bottiglie da collezione, tanto erano curate negli stemmi e nella forma.
RATAFIA E CHERRY. Di tutt’altro tono è invece il “Ratafià”, liquore già presente nel biellese dal 1600 a base di succo di ciliegie misto a zucchero, acquavite, coriandoli e cannella, prodotto dai frati dell’ordine Cistercense del Monastero di Santa Maria della Sala.
Senza dimenticare lo Cherry brandy, famosa bevanda alcolica dovuta all’infusione di ciliegie in un brandy, tipica del centro Europa e della gran Bretagna.
La ciliegia, infine, è la protagonista del Mon Cherì di casa Ferrero.

La ricetta
CILIEGIE AL VINO
Prendere 1 chilogrammo di ciliegie, mezzo litro di vino rosso, 400 grammi di zucchero, 200 grammi di panna montata zuccherata.
Togliere il nocciolo alle ciliegie, sciacquatele e mettetele a bollire con il vino e lo zucchero. La cottura a fuoco bassissimo la si deve protrarre per circa una mezz’ora.
Trascorso questo tempo, togliete le ciliegie dal fuoco, fatele raffreddare e poi disponetele in una ciotola di cristallo, ricoprendole con la panna montata.