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Dal biogas al biometano Confagricoltura ci crede


“Al G7 Ambiente – che si confronterà sull’attuazione della strategia sullo sviluppo sostenibile (Agenda 2030) e sull’Accordo di Parigi per il contrasto ai cambiamenti climatici – sottolineiamo la via italiana alla mobilità sostenibile con l’utilizzo di carburanti alternativi per l’autotrazione ed in particolare del biometano”.

Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervenendo a Bologna al convegno “Gas naturale e biometano: eccellenze nazionali per la sostenibilità”, organizzato da Econometrica, in collaborazione con Confagricoltura, Cib, Anfia, Fca, Iveco, Snam.

“Con il biometano – ha osservato Giansanti – è stata individuata una soluzione tutta italiana (in termini di filiera della produzione, distribuzione ed utilizzo del carburante per autotrazione) per la diminuzione delle emissioni di CO2 che permette anche, alle aziende agricole, percorsi virtuosi di utilizzo delle biomasse in un’ottica di smart farming e di economia circolare”.

Il biometano può avere un ruolo strategico nella decarbonizzazione del settore energetico italiano – ha proseguito il presidente di Confagricoltura -; per tali motivi abbiamo sostenuto con determinazione e convinzione il nuovo decreto sul biometano, attualmente a Bruxelles per il parere e abbiamo promosso la piattaforma tecnologica sul biometano, che favorisce l’interlocuzione tra industria, trasporti, settore agricolo, utility e associazioni ambientaliste. Abbiamo creato, insomma, un proficuo percorso di filiera che va favorito e incentivato per i benefici ambientali che comporta, ma anche per quelli economici e occupazionali”.

“Il biometano – ha proseguito il presidente di Confagricoltura – rappresenta un’ulteriore occasione di crescita per le aziende agricole, dopo lo sviluppo della cogenerazione da biogas che ha prodotto risultati estremamente importanti: più di 1400 impianti da effluenti zootecnici, attività agricole, sottoprodotti, con circa 1.100 MW, per un totale di 4,0 miliardi di Euro di investimenti effettuati nel settore. Non dimentichiamo che la filiera del biogas ha creato 12 mila nuovi posti di lavoro stabili. Inoltre nella maggior parte delle imprese che hanno investito nel biogas si è riscontrato anche il rilancio della stessa attività agricola e agroalimentare, con ulteriori benefici nello sviluppo dei territori e dell’occupazione”.

“Il biometano – continua Giansanti – permetterà anche di creare delle opportunità per le aziende agricole in alcune aree del Paese che altrimenti rischiano di divenire marginali dal punto di vista produttivo”.

Giansanti ha quindi chiesto al governo di porre le basi per un reale sviluppo del settore e della filiera agricola e industriale del biometano, che non dovrà limitarsi agli obiettivi fissati sulle rinnovabili nei trasporti al 2020, ma guardare con più ampio respiro al futuro sfruttandone tutte le potenzialità.

In tale contesto “la riconversione a biometano degli impianti a biogas esistenti può rappresentare un’opportunità per le imprese agricole per proseguire l’attività di produzione di energie rinnovabili, continuando a valorizzare biomasse residuali e colture, con particolare riferimento a quelle di secondo raccolto, nel rispetto di requisiti ambientali sempre più stringenti”.

“L’importanza delle colture di secondo raccolto per lo sviluppo del biometano avanzato è testimoniata dalla decisione della Commissione di riconoscerle come sostenibili, come avevamo richiesto – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura -. Ora però occorre fare un ulteriore passo avanti non prevedendo restrizioni nelle tipologie di colture utilizzabili in secondo raccolto (cover crop)”.

Il presidente di Confagricoltura ha fatto quindi una sottolineatura sulle difficoltà delle aree terremotate. “Queste zone – ha concluso Giansanti – potrebbero avere grandi opportunità proprio dallo sviluppo di una filiera agroenergetica per la produzione di biometano di fonte agricola”.