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Monsanto annuncia la rivoluzione genetica


Monsanto fa un passo avanti nella nuova era post Ogm: la multinazionale del biotech annuncia infatti di aver ottenuto una licenza non esclusiva per impiegare in agricoltura la nuova e discussa tecnica del ‘taglia-incolla’ del Dna, la cosiddetta Crispr, che permette di modificare il Dna degli organismi viventi in maniera rapida e ultra-precisa.
L’accordo stretto con il Broad Institute di Cambridge, detentore di diversi brevetti relativi alla tecnica Crispr, prevede tre stringenti vincoli etici: la Monsanto non potrà usare l’editing genetico né per modificare piante di tabacco destinate al fumo, né per produrre sementi sterili (che costringerebbero gli agricoltori in uno stato di dipendenza) e neppure per introdurre il meccanismo di ‘gene drive’, che potrebbe provocare la mutazione artificiale di un’intera specie con incredibile velocità e conseguenze imprevedibili.
“L’uso della Crispr in agricoltura potrebbe portare molti benefici per la salute umana – spiegano i ricercatori del Broad Institute -; un uso responsabile di questa tecnica può ridurre la fame nel mondo e l’uso dei pesticidi, può aiutare la società ad adattarsi ai cambiamenti climatici, a ridurre l’uso di acqua per l’agricoltura e ad aumentare la produttività dei raccolti”.
Resta da capire se questi prodotti ‘ritoccati’ con le nuove tecniche di editing genetico debbano essere regolamentati come Ogm, un tema molto caldo su entrambe le sponde dell’Atlantico.
“Gli Stati Uniti dovrebbero arrivare entro l’anno a darne una definizione – spiega il biotecnologo Roberto Defez, dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ibbr-Cnr) -; molto probabilmente non li classificheranno come Ogm, perché tendono a valutare la sicurezza del prodotto finale e non il processo tecnologico con cui è stato ottenuto. Discorso diverso per l’Europa, che da mesi sta rinviando la questione e, a mio parere, finirà decidendo di non decidere, col rischio di farsi calpestare dai fatti”.
L’annuncio della Monsanto potrebbe in qualche modo accelerare i tempi di questa rivoluzione post Ogm.
“I primi segnali erano già nell’aria – sottolinea Defez -; ad aprile, in Canada, un fungo champignon modificato con la tecnica Crispr è stato commercializzato senza regolamento stile Ogm. Pochi mesi fa il produttore di semi Dupont Pioneer ha annunciato che fra tre o quattro anni metterà sul mercato delle nuove varietà di mais modificate e resistenti alla siccità. Poche settimane fa, infine, ricercatori svedesi hanno cucinato il primo piatto di pasta condita con cavoli modificati con la Crispr”.

(Fonte: Ansa)