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Per costruire una stalla non basta il geometra


Alle bovine da latte vengono richieste prestazioni produttive ogni giorno superiori: più latte, più grasso, più proteina, più fertilità ecc.; per questa ragione la presenza di una struttura capace di soddisfare a pieno le esigenze delle vacche diventa una condizione indispensabile per poter ottenere gli obiettivi produttivi limitando le problematiche dell’allevamento.
Fino ad oggi nella realizzazione di nuove stalle e negli ampliamenti delle strutture esistenti l’allevatore ha fatto intervenire il geometra o l’ingegnere ma raramente ha interpellati un esperto di animali in grado di mettere in evidenza in fase di progettazione le esigenze delle bovine. Su questa linea, in moltissimi casi, si è pensato e realizzato prima la copertura e solo in seguito si è ragionato sulla sistemazione interna dovendo per forza, a quel punto, scendere a compromessi sfavorevoli per gli animali.
Quindi siccome le attuali tecnologie di costruzione permettono di realizzare senza problemi qualsiasi tipo di copertura è bene non preoccuparsi in partenza del materiale da utilizzare per la realizzazione del capannone ma iniziare il progetto con la organizzazione degli spazi interni. Solo dopo aver pianificato la posizione e le misure di zone di riposo, zone di alimentazione e passaggi si penserà alla scelta di una tipologia costruttiva che possa dare copertura all’ambiente pensato per gli animali.
CUCCETTE O LETTIERA PERMANENTE. Per le vacche da latte la stalla libera con zona di riposo a cuccette è indubbiamente la soluzione più diffusa sia per le nuove realizzazioni sia per le ristrutturazioni. Questa tipologia di stalla ha ormai completamente sostituito le stalle libere con lettiera permanente che avevano avuto grande diffusione negli anni ’70 e ’80.
La stalla a cuccette presenta alcuni vantaggi rispetto alla lettiera permanente primo tra questi è il notevole miglioramento della pulizia della zona di riposo: da ciò derivano migliori condizioni igienico sanitarie della mammella. Ne consegue una riduzione del numero di mastiti sia cliniche che subcliniche con il risultato di avere minori quantità di latte da scartare, minori costi di antibiotici e livelli di cellule nel latte decisamente più contenuti. Siccome la cuccetta delimita un’area di riposo individuale si riducono i rischi di lesioni da schiacciamento soprattutto a carico della mammella e si garantisce una maggiore tranquillità delle bovine in fase di decubito. Oltre agli elementi tecnici sono a favore della cuccetta anche ragioni di tipo economico legate ad un minor costo per la realizzazione della struttura in quanto le superfici per animale si dimezzano ed inoltre si riduce drasticamente il costo del materiale da lettiera.
Se per le vacche in produzione la lettiera permanente può presentare un problema gestionale, per le vacche in asciutta ha invece delle caratteristiche idonee consentendo una maggiore ginnastica funzionale e migliori condizioni per il parto.
ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI. Nelle stalle piemontesi la consistenza dei capi in produzione è mediamente al di sotto delle 100 unità, per cui è normalmente impossibile realizzare più gruppi produttivi; si trovano quindi a convivere nello stesso ambiente animali in condizioni fisiche completamente diverse. Di conseguenza per salvaguardare gli animali più deboli tutti gli elementi di cui una bovina ha bisogno devono essere presenti in misura non limitante.
Per quanto riguarda il numero delle cuccette non è tollerabile che siano inferiori al numero delle bovine presenti. E’ invece tollerabile un minor numero di posti in mangiatoia se si ha l’accortezza di scaricare ogni giorno l’unifeed dopo aver rimosso dalla greppia almeno il 2% di residuo del giorno precedente. In questo modo si ha la certezza che tutti gli animali abbiano mangiato il necessario e quindi al momento dello scarico del nuovo alimento il numero di bovine che andrà in mangiatoia non sarà più del 50%. Su questa base possiamo strutturare tranquillamente la stalla con tre file di cuccette sulla stessa corsia di alimentazione. Nella struttura si vengono quindi a creare due corsie di passaggio per gli animali. La prima a servizio della mangiatoia e di una fila di cuccette deve avere una larghezza di 4.5 metri per consentire il movimento degli animali e la rilevazione dei calori. La seconda a servizio delle altre due file di cuccette deve avere una larghezza di 3.5 metri. Per entrambe una larghezza superiore risulta inutile perché può invogliare qualche animale a sdraiarsi in corsia.
I corridoi di passaggio tra le corsie devono ridurre il tragitto delle vacche verso la mangiatoia e verso la cuccetta libera per cui vanno posizionati indicativamente con un intervallo di 20 cuccette. La larghezza di questi passaggi è pari al multiplo della larghezza delle cuccette in modo da garantire un allineamento sia estetico che funzionale per il posizionamento dei cancelli. La misura consigliata è pari a 3.75 metri, questa è una larghezza tale da permettere il passaggio delle vacche anche quando ci sono animali fermi agli abbeveratoi.
AREAZIONE E ILLUMINAZIONE. i tamponamenti laterali fissi sono sicuramente un ostacolo al movimento dell’aria nei periodi più caldi per cui sono da preferire tamponamenti mobili realizzati con reti frangivento che possono essere agevolmente posizionate in inverno e rimosse in estate. La forma del tetto ha un effetto fondamentale sulla circolazione dell’aria perché ci permette di sfruttare il moto convettivo, quello che comunemente viene chiamato effetto camino, in base al quale l’aria calda tende a salire verso l’alto richiamando in basso dell’aria fredda che proviene dall’esterno. Per massimizzare questo risultato bisogna realizzare coperture con pendenza del tetto almeno pari al 30% e posizionare sul colmo un generoso cupolino. Tanto è maggiore la distanza tra il livello della gronda ed il cupolino tanto maggiore sarà il volume di aria che naturalmente potrà circolare nella stalla.
L’illuminazione non solo è importante per l’assorbimento della vitamina D ma ha una influenza positiva sulla produttività della mandria in quanto riduce la secrezione di melatonina; ormone che limita l’attività e l’ingestione e favorisce il riposo. Per questa ragione è necessario inserire nella copertura degli elementi trasparenti che permettano in estate di raggiungere nella stalla un livello di luce sufficiente. Nella progettazione dell’impianto di illuminazione artificiale sarebbe consigliabile installare un sistema capace di sottoporre le bovine ad una illuminazione maggiore a 150 lux in modo da garantire anche in inverno un periodo di chiaro pari a 16 ore seguite da un periodo di oscurità di 8 ore. Impianti con queste caratteristiche hanno fatto registrare incrementi produttivi dal 6 al 10%.
CORSIA DI FORAGGIAMENTO E ACQUA DI ABBEVERATA. La corsia di foraggiamento deve presentare una larghezza pari a 4.5 metri. La zona sulla quale viene scaricato l’unifeed che è sottoposta all’attacco degli acidi deve essere rivestita con acciaio, piastrelle o resine avendo l’accorgimento di non utilizzare il metallo in corsie esposte al sole per evitare un riscaldamento dell’alimento in estate.
Per il posizionamento degli abbeveratoi è necessario calcolare un fronte di abbeverata pari a 10 cm per vacca con una dislocazione delle vasche il più uniforme possibile in modo tale di permettere agli animali di accedere all’acqua in ogni punto della stalla. Bisogna inoltre dimensionare adeguatamente la tubatura in modo tale da avere una portata sufficiente per permettere un veloce riempimento delle vaschette. E’ consigliato predisporre la conduttura ad anello questo consente un collegamento ad un impianto di riscaldamento ed eventualmente anche ad un impianto per il trattamento dell’acqua che potrebbe risultare importante nel caso di presenza della Prototeca.
PAVIMENTAZIONE DELLE CORSIE. Nel corso degli anni le opinioni a questo riguardo sono cambiate. Alla fine del 2000 si era propensi a consigliare un pavimento fessurato vantaggioso in quanto permette di mantenere pulite le corsie senza nessuna attività. Lo stesso presenta però due grossi svantaggi il primo legato al confort del piede in quanto nelle bovine ad alta produzione lo zoccolo è già molto sollecitato e le fessure nel pavimento aumentano il carico sulla parte che appoggia. Il secondo svantaggio è legato all’effetto antiscivolo che ha una durata molto limitata nel tempo.
Per questi motivi negli ultimi anni hanno preso il sopravvento i pavimenti pieni rigati al momento della gettata in modo da creare dei solchi profondi 10 mm disposti o a spina di pesce rispetto all’asta del raschiatore oppure i solchi a rombo.
CONCLUSIONE. Winston Churchill diceva: “… quello che voi chiamate fortuna non è altro che attenzione ai particolari” sicuramente questa frase non è stata pensata per parlare di vacche. Nonostante questo rappresenta perfettamente la logica con la quale gli allevatori moderni devono approcciare il loro lavoro quotidiano.