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Settore bieticolo le incognite dopo le quote


“Con la fine delle quote di produzione sullo zucchero si apre un altro comparto agricolo al libero mercato, con incognite che non possiamo non preconizzare. Sarebbe consigliabile che il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina convocasse un tavolo di filiera per spiegare quali strategie ha in mente il governo per il settore bieticolo saccarifero. Dopo la riforma del 2006, che ha portato alla riduzione al 30% del tasso di autoapprovvigionamento nazionale, rischiamo ancora di più oggi di ampliare il grado di dipendenza dall’estero”.

L’appello è di Gianni dalla Bernardina, presidente della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (Cai), che sollecita garbatamente il governo di esplicitare la propria progettualità su un comparto che esprime ancora potenzialità, non soltanto nell’ambito food, ma anche della produzione energetica.

“L’Italia deve tornare protagonista di una nuova pianificazione dell’agricoltura e questo riguarda anche il settore bieticolo saccarifero, in particolare alla luce delle politiche espansive che attueranno Francia e Germania – ha dichiarato Dalla Bernardina -. Il colosso tedesco dello zucchero, Suedzucker, ha annunciato di voler raddoppiare o triplicare le esportazioni, con obiettivo anche i paesi del Mediterraneo. Al governo italiano questo sta bene? Quali riflessi si avranno sulle quotazioni? La possibilità di siglare accordi di filiera pluriennali, relativamente ai quali la nostra Confederazione è disponibile a ragionare, può rappresentare una soluzione?”.

Quale sarà, insomma, la sorte di una filiera che si estende per circa 38.000 ettari in Italia e che con domani dice addio a un sistema di contingentamento in vigore dal 1968?