Sezioni


Slitta ancora la decisone sul piano anti-lupo


Il Piano Lupo non è stato discusso giovedì 23 febbraio alla Conferenza Stato-Regioni a Roma, come era previsto e non è ancora stata fissata la data dell’incontro (annunciato martedì scorso) fra il ministro Gian Luca Galletti e i presidenti delle Regioni per discutere del Piano, in particolare della misura più controversa, l’abbattimento controllato dei lupi. Il rinvio del voto finale di giovedì è stato deciso in vista di questo confronto, che speriamo si tenga al più presto.

“Il Piano lupo sta diventando la sagra della bufala – scrive in una nota Cia Piemonte -; si leggono cose inenarrabili, tipo che si aprirebbe la caccia ai lupi. Non è affatto vero. Il Piano Lupo è composto da ventidue misure e solo la ventiduesima misura prevede, come misura estrema, un abbattimento controllato fino al 5% degli esemplari presenti sul territorio nazionale. Il Piano è in linea con le direttive europee ed il progetto “grandi carnivori”. In molti Paesi la gestione di questa specie in rapporto all’allevamento e all’agricoltura è già gestita in questo modo (vedi la vicina Francia)”.

“Non c’è nessuna riapertura della caccia al lupo – continua Cia Piemonte -; anzi, questo è un Piano di tutela. Oggi i margari ed i pastori in montagna operano in condizioni drammatiche. In questi anni hanno adottato tutte le precauzioni raccomandate, hanno teso chilometri di reti elettrificate e introdotto i cani da guardiania, eppure le predazioni dei lupi sono aumentate in modo esponenziale. In mancanza di azioni da parte delle Regioni, la situazione diventerà sì di una sostanziale apertura della caccia ai lupi. Il bracconaggio diventerà lo strumento di tutela di margari e pastori.E allora davvero la sopravvivenza del lupo sarà a rischio”.

“Torniamo alla scienza – conclude Cia Piemonte -, ai pareri degli esperti, e smettiamo di ragionare con le bugie, oppure con la malafede. Si leggano le ventidue azioni contenute nel Piano. Speriamo che quando finalmente si troverà un accordo sul problema del lupo, l’allevamento in montagna e la pastorizia esistano ancora e che nel frattempo i pochi margari e pastori rimasti non abbiano deciso di abbandonare”.